MacBook Air, Pro 13 e Mac mini con processore Apple Silicon M1: le novità dell’evento “One More Thing”
Comincia una nuova era per i personal computer Apple. Arrivano i primi Mac con processore Apple Silicon, “fatto in casa” dall’azienda di Cupertino.
Il primo processore presentato si chiama M1 ed è destinato ai MacBook sottili e leggeri e al compatto Mac mini. La promessa è di fare meglio dei pc Intel (o Amd) in termine di combinazione tra consumi (un fattore critico sui notebook “light and thin”, perché impatta direttamente sull’autonomia) e potenza, che sia di calcolo o grafica.
M1 è un prodotto con processo a 5 nanometri, ha 16 miliardi di transistor, una cput a 8 Core, una Gpu sempre a 8 Core, un Neural Engine per il machine learning a 16 Core e un Secure Enclave, l’elemento che garantisce la crittazione e la sicurezza dei dati.
Grazie ai suoi processori Apple ha potuto ottimizzare i suoi software, adattandoli all’hardware, come già fa su iPhone e iPad. macOs Big Sur, ultima versione del sistema operativo macOS, è stato studiato apposta per funzionare al meglio con M1.
Prima di tutto ci sono le Universal App: le applicazioni possono essere sviluppate per girare sui nuovi Mac con M1 e allo stesso modo su MacBook con cpu Intel, ma anche, senza troppi cambiamenti, su iPhone e iPad. Durante l’evento sono stati citati software chiave per i creativi che utilizzano un Mac, come Adobe Lightroom (in arrivo a breve) e Photoshop ( a inizio 2021). In attese che le Universal App diventino la regola c’è Rosetta 2, che permette di far girare in emulazione tutte le app scritte per l’architettura X86 (Intel).PUBBLICITÀ
Dopo il processore sono stati presentati i nuovi computer. Il primo Mac con processore M1 è il nuovo MacBook Air. Stesso design a cuneo che ha reso celebre l’Air fin da quando Steve Jobs lo estrasse da una busta per mostrare quanto fosse sottile, ma con un cuore ovviamente tutto nuovo. La capacità grafica diventa 5 volte superiore a quella precedente, la cpu è fino a 3,5 volte più rapida, 9 volte più veloci i calcoli legati al machine learning. Apple dichiara che è più veloce del 98% dei pc Windows attuali. L’autonomia, che già era un punto di forza dell’Air, diventa ancora migliore: fino a 18 ore di autonomia (riproduzione video continua) o 6 di videoconferenze (un dato che con l’attuale pandemia è diventato importante per molti utenti). Il prezzo? Si parte da 1.159 euro per la versione con 8 GB di Ram e 256 GB di hard drive (1.429 euro per salire a 512 GB).
A 1.479 euro c’è invece il nuovo MacBook Pro 13 con M1 (si sale a 1.709 per la versione con spazio dati doppio, 512 GB contro 256 GB del taglio base). Anche in questo caso, stesso design ma prestazioni completamente cambiate dal nuovo processore. Apple dichiara un’autonomia di 20 ore con riproduzione continua di video. E una potenza in grado di montare senza problemi video con risoluzione 8K con software DaVinci Resolve.
Sul fronte desktop, M1 arriva anche sul Mac mini, il mini computer super-compatto che parte da 819 euro ed è in grado di gestire senza problemi un monitor Apple Pro Display XDR con risoluzione 6K.
Tutti e tre i Mac con processore M1 sono in arrivo a strettissimo giro: risultano immediatamente ordinabili in Italia, con consegne dal 17 novembre.
Per Apple avere i suoi processori rappresenta una discontinuità senza precedenti rispetto al passato: l’integrazione tra hardware e software, impossibile per gli altri produttori, permetterà prestazioni impossibili con una cpu fatta da altri (Intel) e insieme il contenimento dei costi. Non a caso i prezzi dei nuovi Mac, benché sulla carta ben superiori a quelli attuali con cpu Intel, non sono aumentati. Quella dell’evento di oggi non è che la partenza: l’arrivo dei processori Apple si è limitato per ora alla fascia più bassa del listino. Quella dei professionisti più esigenti, con prodotti che vanno dal MacBook 16 al Mac Pro fino agli iMac Pro, non è stata ancora toccata dalla rivoluzione Apple Silicon. Ma è solo questione di tempo.